La Comedìa è fatta di occhi che guardano, bocche che gridano, lingue fiammeggianti, teste con e senza tonsura, torte sul collo, staccate dal corpo, corpi che puzzano, fatti a pezzi, deformati dal veleno di serpenti mitici, corrotti dall'idropisia, denti che mordono, nasi che fiutano, corpi femminili scosciati che si grattano con le unghie nere, orecchie assordate da rumori spaventevoli, peli che si arricciano, piedi che inciampano, vacillano, scivolano, colpiscono, mani destre e sinistre, che prendono, pizzicano, gesticolano, spingono, insomma di figure umane o quasi umane che ne fanno di tutti i colori.

Manca una tradizione esecutiva della poesia italiana più nota al mondo. Celebriamo Dante facendolo come quando Dante scrisse. Le regole principali sono la lettura a voce alta e il ritmo scolastico. L'apprendimento a memoria segue naturalmente. Senza, è come credere di conoscere un film per averne visto solo un fotogramma stampato in un libro. Le altre regole, comprese le notazioni dinamiche, sono fornite dall'autore, consapevole delle difficoltà di comprensione di un pubblico simile all'attuale, analfabetizzato dai telefonini.